avril 2024
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Ponte ad arco sull'Isorno

TECNICA DI GIUNZIONE / CHIODATURA

Il Canton Ticino, inserito tra la Pianura Padana e la cresta delle Alpi, caratterizzato da molte vie di comunicazione - stradali e ferroviarie, antiche e moderne - è un paese ricco di ponti, alcuni dei quali in acciaio, costruiti nel corso dei secoli.


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Opere da salvaguardare in quanto esempi di costruzione metallica ancora valida e esemplare. Essi sono la testimonianza della loro epoca, un esempio di un modo di costruire e costituiscono la nostra memoria storica. Il territorio ticinese è da sempre uno dei passaggi obbligati per l'attraversamento delle Alpi; la sua morfologia ha obbligato gli abitanti a costruire manufatti per facilitare le relazioni, i commerci e gli scambi tra le varie regioni e nazioni.
In questo contesto il ponte rivestiva un ruolo determinate nell'attraversamento dei fiumi e dei torrenti, evitando ai viandanti lunghissimi percorsi di aggiramento. I primi ponti in struttura metallica, sostanzialmente in ghisa (ferro con elevato tenore di carbonio), risalgono alla fine del XVIII secolo ed erano stati realizzati praticamente in elementi ad aste fuse. Quello sul fiume Severn nel Shropshire (Inghilterra), chiamato ovviamente «Iron Bridge» (1779 - 1781) e attualmente patrimonio dell'UNESCO, fu il primo e servì, oltre che per collegare le due sponde del fiume, anche per dimostrare le elevate potenzialità di questo materiale, potenzialità tuttora indiscutibili soprattutto nella costruzione di ponti e viadotti. Il nostro articolo è dedicato alla presentazione del ponte sull'Isorno della Centovallina ad Intragna, costruito nel 1915. Un viadotto che colpisce per la sua arditezza: un capolavoro di ingegneria metallica, caratterizzato da una struttura d'acciaio chiodata estremamente esile, che si sviluppa su una lunghezza complessiva di circa 120 m, di 90 m quella del tratto centrale, tra le pile principali e posizionata a circa 75 m di altezza per rapporto al letto dell'Isorno. A cento anni di vita non ha ancora perso la sua freschezza sia per quel che riguarda la struttura portante sia per l'estetica.
Storia
Quest'opera è sicuramente audace se consideriamo i mezzi a disposizione agli inizi del novecento. Il calcolo statico è stato eseguito rigorosamente a mano, in parte con calcoli effettuati con il regolo calcolatore e in parte con i logaritmi. Per quanto riguarda le forze presenti nelle aste, esse venivano valutate con dei metodi grafici, i famosi poligoni funicolari che i non più giovani ricorderanno sicuramente. Inutile ricordare che anche i piani esecutivi sono stati eseguiti e riprodotti a mano. Gran parte di questa struttura ad arco è stata realizzata con dei profili d'acciaio a sezione a «L», assiemati mediante chiodatura, considerato che l'impiego di bulloni e saldatura era ancora agli albori. La chiodatura veniva fatta sul posto e consisteva nel forgiare a caldo la testa di un ribattino infilato in un foro passato tra due elementi da assiemare. Operazione non molto semplice, soprattutto se si considera che spesso veniva effettuata nel vuoto. In questo tipo di costruzioni si formavano le sezioni necessarie e si ottimizzava la resistenza locale aggiungendo al profilo di base, in genere un profilo a «L», delle lamiere di rinforzo assiemate tramite chiodatura, oppure formando altre sezioni composte. Notevoli le problematiche di montaggio affrontate a quel tempo, considerato che i mezzi disponibili per il sollevamento erano ben diversi rispetto a quelli attuali.